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Che cos’è il rischio sismico? Dalla definizione alla valutazione

Che cos’è il rischio sismico? 

E come si calcola la probabilità nella valutazione del rischio sismico?  

È importante conoscere le risposte a queste domande, soprattutto se la tua attività si svolge all’interno di un opificio. 

Ecco perché ho deciso di scrivere questo breve articolo. 

Voglio aiutarti a comprendere l’importanza di una valutazione che spesso viene sottovalutata, partendo proprio dalla definizione di rischio sismico e dalla formula per calcolarlo, per arrivare alla soluzionea misura del tuo capannone” che ti consentirà di non avere problemi in caso di terremoto. 

Che cos’è il rischio sismico e perché oggi è così importante farlo valutare?

L’immobile dove svolgi la tua attività rappresenta l’immagine della tua azienda proiettata all’esterno.

Per questo, assieme ai progettisti ed a tutte le maestranze coinvolte, sicuramente hai fatto il massimo per renderlo gradevole ed accogliente dal punto di vista estetico, lavorando duramente per rendere tutti gli spazi interni perfettamente fruibili e funzionali alle lavorazioni e agli obiettivi della tua attività.

L’investimento immobiliare per una qualsiasi attività è forse l’impegno n°1 che un imprenditore deve affrontare, sia dal punto di vista concettuale che da quello economico finanziario.

Fin qui (quasi) tutto bene.

Infatti, c’è un problema!

All’epoca della realizzazione di quell’edificio, magari nessuno ti ha detto che, con poco più di quanto ti è stato preventivato, avresti potuto rendere il tuo capannone antisismico. 

Sono sicuro che se potessi tornare indietro lo faresti senza neanche pensarci 2 minuti!

È anche vero, però, che a quei tempi (un po’ lo è anche oggi, ma con modalità completamente diverse) la parola d’ordine era risparmiare su tutto! E dato che la zona in cui doveva essere realizzato quell’immobile non rientrava fra quelle catalogate come sismiche (clicca qui per dare un’occhiata alla carta sismica italiana), si è pensato bene di non sollevarti per niente il problema, magari dirottando a consuntivo quei denari verso le “rifiniture”.

Magari le cose sono andate esattamente così.

E il rischio sismico? 

Da quando hai costruito quel capannone, le cose sono davvero cambiate (e sicuramente la zona dove si trova oggi rientra tra quelle “sismiche”) . Tutto ciò, per effetto del D.Lgs 81/2008, ti costringe ad eseguire una valutazione del rischio sismico della tua azienda.

Il punto fondamentale è proprio questo: oggi, la Legge ti obbliga a fare prevenzione.

Prevenire quindi l’insorgere di qualsiasi infortunio negli ambienti di lavoro, compresi quelli derivanti da eventuali crolli dell’edificio o delle scaffalature per effetto di un sisma.

Ma che cos’è il rischio sismico? 

Una prima definizione di rischio sismico

Il rischio sismico è la combinazione di due elementi: la probabilità che un evento sismico di una determinata intensità si verifichi in un’area specifica e la vulnerabilità degli edifici e delle strutture presenti in quell’area.

In altre parole, il rischio sismico è la possibilità che un terremoto causi danni e/o perdite umane in una determinata zona. È influenzato dalla probabilità che un evento sismico si verifichi in una zona (che dipende dalla attività sismogenetica della zona, dalla presenza di faglie attive, dalla magnitudo attesa dell’evento), dalla vulnerabilità degli edifici e delle strutture presenti in quella zona (che dipende dalla qualità costruttiva, dalla tipologia strutturale, dalla conformazione geologica, dalla densità di popolazione) e dalle risorse umane e materiali disponibili per fronteggiare gli effetti del terremoto.

La valutazione del rischio sismico è un processo continuo, poiché le condizioni geologiche, le tecnologie costruttive e le esigenze socio economiche possono cambiare nel tempo. 

L’obiettivo è quello di quantificare la probabilità e l’entità degli eventi sismici futuri, al fine di 

elaborare piani di emergenza e prendere decisioni in merito alla costruzione e alla conservazione degli edifici, per ridurre al minimo le conseguenze negative degli eventi sismici.

Come si dice, prevenire è meglio che curare!

E dopo aver risposto alla domanda “che cos’è il rischio sismico?”, concentriamoci sulla prevenzione (e sulla probabilità!).

La valutazione del rischio sismico 

Dietro al concetto di prevenzione si nascondono una mare di studi e di teorie più o meno valide: uno di questi studi riguarda la probabilità che un sisma colpisca un territorio (i terremoti NON si possono prevedere. PUNTO!)

Non esiste un metodo scientifico che ci sollevi dall’incertezza di prevedibilità in cui ci troviamo e non esiste neanche un oracolo o un “mago” che possano avvisarci per tempo grazie a poteri soprannaturali.

Ciò detto, ci si può rincuorare un po’ mediante la conoscenza di alcuni dati che definirei importanti e che rispondono alle seguenti domande:

  • Come possiamo capire se una zona è a più alto rischio sismico di un’altra?
  • Come facciamo a sapere, con una certa approssimazione, dove e con quale “intensità” il terremoto ci colpirà?
  • Chi può darci queste indicazioni?

Fino a quando non siamo in grado di dare una risposta a questi quesiti risulta del tutto inutile procedere nella valutazione del rischio sismico e nella messa in sicurezza del tuo edificio.

Infatti, per tutti i rischi, e nella fattispecie per quello sismico, procedere con la sua valutazione significa conoscere due variabili fondamentali:

  1. La Probabilità (P) che un sisma colpisca un edificio;
  2. La Magnitudo dei danni (D) attesi nel caso in cui si dovesse realmente verificare quell’evento.

Questo avviene perché, in via del tutto generale, la stima del rischio sismico (R) è data dalla combinazione delle due variabili sopra evidenziate; ovvero:

R= f(P, D).

La formula R = f(P, D) sintetizza l’idea che il rischio sismico dipende da due fattori principali: la probabilità di un evento sismico e la vulnerabilità degli edifici e delle strutture presenti in un’area.

In molti casi si tende a semplificare questa funzione con l’espressione

R= P x D

Tutto questo è naturalmente confermato dallo stesso D.Lgs 81/2008 all’art. 2, lettera s, dove viene fornita la definizione di Rischio:

“Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione”.

In parole molto semplici… 

Il rischio sismico rappresenta la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone; ed implica l’esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno.

Per la tua azienda quest’ultima affermazione si schematizza come segue:

  • Sorgente di pericolo = terremoto;
  • Possibilità che si trasformi in un danno = da alta se l’edificio non è antisismico a bassa se è antisismico;
  • Probabilità che accada un evento ==> ??

Per chi non è un addetto ai lavori, il vero problema è proprio quello di capire come funziona questa benedetta probabilità!

Dalla probabilità nella valutazione del rischio sismico al “sisma atteso nel prossimo futuro” zona per zona.

Nello specifico caso del rischio sismico la probabilità (P), è da intendersi come possibilità che l’evento capace di indurre danno possa manifestarsi.

Come abbiamo detto sopra, l’imprevedibilità di un evento sismico è una certezza; e, allo stesso tempo, passare dal concetto di “imprevedibilità” a quello di “probabilità” che un terremoto possa effettivamente concretizzarsi non è cosa semplice.

Così come non lo è affatto il pronostico sull’entità con cui potrebbe colpire e dove.
Dal punto di vista della “magnitudo” lo strumento ufficiale che viene richiamato dalle norme vigenti (NTC) è la mappa della pericolosità sismica:

Mappa del Rischio Sismico
Mappa di Pericolosità Sismica

In questa carta, la pericolosità è espressa in termini di accelerazione massima del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni riferita a suoli rigidi ed è stata realizzata dell’ISTITUTO NAZIONALE DI GEOFISICA E VULCANOLOGIA (INGV) interpolando tra loro dati di diverse teorie e ricerche.

Rispetto a quelle del passato è estremamente più evoluta, anche se ancora carente di una serie di dati che sarebbero stati veramente utili (ad esempio “il tempo di ricorrenza”) per contenere il livello di casualità.

L’evento sismico viene effettivamente ancora considerato come episodio del tutto casuale senza una effettiva differenziazione in termini di probabilità fra punti appartenenti alla stessa zona sismogenetica.

Dal punto di vista temporale la norma italiana, per questo motivo, ha praticamente bypassato i concetti di probabilità e di prevedibilità, introducendo la logica del “sisma atteso nel prossimo futuro” zona per zona.

L’unico dato di incertezza è quello relativo al superamento (probabilità di…) del 10% del valore di accelerazione indicato.

La domanda sorge spontanea: qual è la probabilità che un sisma con accelerazione pari a quella riportata sulla carta arrivi nel prossimo futuro?

Risposta: 100%!

In pratica, nella valutazione del rischio sismico della tua azienda devi mettere in conto che, nel prossimo futuro, l’immobile sia investito da un sisma di accelerazione pari a quella indicata dalla carta di pericolosità.

Il valore da attribuire al rischio sismico sarà pari a D che, come sai, rappresenta la magnitudo dei danni attesi in funzione delle caratteristiche del sisma indicato dalla cartografia.

R =D

E potrà variare da alto, medio a basso.

Spero di essere stato chiaro anche se l’argomento non è proprio dei più semplici.

Ora sai che cos’è il rischio sismico (conosci anche tanti altri “dettagli” importanti) e puoi fare subito la scelta giusta: metti al sicuro il tuo capannone con il Sistema utilizzato da tante aziende italiane

Se all’atto della realizzazione dell’immobile ti avessero indirizzato a spendere quattro soldi in più sulla struttura portante anziché sulle piastrelle griffate della reception o degli uffici, oggi non ti ritroveresti in questa situazione di impasse per l’enorme vulnerabilità dal punto di vista sismico.

E non ti sentiresti neanche minacciato dalla spada di Damocle dell’obbligatorietà di intervenire con un’azione di miglioramento sismico su una struttura sotto la quale hai un’attività che non deve e non può interrompere la propria produzione.

Ormai è andata così, ma non strapparti comunque i capelli!

Non strapparti i capelli perché con Capannone Sicuro, questo problema è comunque di facile soluzione: basta solo mettersi in contatto con noi!

Il team di Capannone Sicuro può supportarti nella valutazione del rischio sismico del tuo capannone con uno screening preliminare: 

>>>clicca qui e richiedi lo screening sui rischi sismici legati al tuo capannone. 

E possiamo condurti con semplicità dalla verifica sismica al collaudo conclusivo delle opere strutturali, passando per il consolidamento sismico della struttura mediante l’installazione di dispositivi meccanici evoluti nel capannone, ed il recupero fiscale previsto dal Sismabonus.

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Oppure contattaci al Numero Verde:

Rischio sismico e capannoni industriali: ecco come si calcola e come mettere al sicuro l'azienda | Numero Verde Capannone Sicuro

Giovanni Pagliardini,

esperto in consolidamento sismico di capannoni industriali. 

Ideatore e creatore del SISTEMA Capannone Sicuro® 

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