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Interventi antisismici non invasivi per capannoni industriali

Come mettere in sicurezza un capannone industriale con interventi antisismici non invasivi per non bloccare l’attività? 

Se sei un progettista con competenze in materia di progettazione sismica e messa in sicurezza e vuoi approfondire il tema “interventi rapidi e definitivi per il miglioramento o l’adeguamento sismico degli immobili produttivi, commerciali o per stoccaggio merci”, sei nel posto giusto. Ma questo è un articolo che può aiutare anche te, che sei un imprenditore e sei alla ricerca delle migliori soluzioni (rapide e sicure!) per mettere in sicurezza la tua attività. 

Voglio mostrarti come noi di Capannone Sicuro siamo riusciti a mettere in sicurezza 2 capannoni industriali, in Provincia di Bologna e in Provincia di Mantova, senza bloccare l’attività con interventi antisismici non invasivi. 

Il SISTEMA Capannone Sicuro® risolve definitivamente il miglioramento sismico della tua attività industriale in tempi certi, senza costosi traslochi o fermi di produzione, e se vuoi avere dalla tua parte un team di tecnici esperti che utilizzano sole le migliori tecniche per l’adeguamento sismico dei capannoni industriali (con connessioni intelligenti!), alla fine di questo articolo trovi il collegamento al form da compilare per avere tutte le informazioni che desideri in sole 24 ore. 

Ora, andiamo prima a Granarolo dell’Emilia per vedere il nuovo capannone antisismico dove il nostro cliente potrà continuare a lavorare in sicurezza. 

Interventi antisismici non invasivi per un capannone prefabbricato che doveva già essere antisismico

A Granarolo dell’Emilia, siamo intervenuti su un capannone che doveva essere già antisismico ma che di “antisismico” aveva ben poco. 

Proprio così. 

L’edificio prefabbricato è stato costruito nel 2002 sul territorio di un comune che, prima del 2003, era considerato “non sismico” (clicca qui per approfondire). Infatti, la prima classificazione sismica risale proprio a quell’anno ed assegna al comune la zona 3 (bassa sismicità). 

Nel dettaglio, abbiamo progettato interventi antisismici non invasivi per un edificio prefabbricato a pianta rettangolare delle dimensioni di circa 135x28m ad un piano fuori terra, con altezza di circa 8m e comprendente soppalchi sempre prefabbricati facenti parte dell’ossatura portante. 

Ma come ti dicevo, prima del nostro intervento, era già stato fatto qualcosa per una struttura che presentava: 

  • collegamenti strutturali scarsi o assenti;
  • pilastri che a mala pena sarebbero riusciti a sopportare il 60% dell’azione sismica di progetto;
  • fondazioni non idonee a sostenere il 60% dell’azione sismica raggiunta dai pilastri. 

Nel 2018, la struttura è stata oggetto di un intervento sismico locale riguardante il fissaggio tramite squadrette metalliche e piastre d’acciaio dei principali nodi di collegamento degli elementi strutturali (nodo pilastro – trave, trave – tegolo e pilastro – pannello). 

Ma questo, a conti fatti,  non bastava ed è stato proposto, da altri fornitori,  l’ulteriore intervento (invasivo) di integrazione dell’armatura orizzontale e verticale dei plinti a bicchiere. Ma tagliare il pavimento industriale, raggiungere il plinto, scavare attorno, reintegrare con le armature e chiudere il tutto era un’idea che proprio non piaceva all’imprenditore che in alcun modo poteva bloccare per tanto tempo la sua attività. 

Così, hanno deciso di contattare noi di Capannone Sicuro per la realizzazione di interventi sismici non invasivi specifici per il caso.

La nostra proposta di intervento

Prima di tutto, l’analisi!

Non ci piace improvvisare (con il terremoto non si scherza!) e progettiamo sempre soluzioni su misura per risolvere in tempi rapidi e con il massimo risultato le criticità. 

Dai dettagli esecutivi degli elaborati progettuali dell’epoca e dall’intervento realizzato nel 2018, i nostri tecnici hanno rilevato che i dispositivi meccanici da progetto (connessioni di tipo spinottate) e quelli aggiunti successivamente (squadrette e piastre metalliche), non garantivano il trasferimento degli sforzi in regime dinamico né consentivano spostamenti relativi e scorrimenti. 

Pertanto, abbiamo proposto (dopo sopralluoghi e verifica dello stato di fatto) l’eliminazione della carenza dei collegamenti pilastro-trave e trave-tegolo mediante l’installazione di ritegni tra le membrature suscettibili di spostamenti relativi e scorrimenti. In questo modo, non abbiamo modificato lo schema statico per cui tale struttura è stata progettata (senza creare nodi rigidi in cui si andrebbero a localizzare tutte le azioni in caso di evento sismico) ma al contempo siamo riusciti a migliorare la risposta globale della struttura. 

Il nostro progetto ha previsto interventi sismici non invasivi (con dissipatori sismici per capannoni industriali di ultima generazione) per risolvere non solo il problema della perdita d’appoggio della struttura, ma anche per aumentare il livello di sicurezza globale di tutta la struttura (evitando l’intervento in fondazione e sui pilastri). 

Ovviamente, dove è stato possibile, abbiamo anche salvato quanto di buono era stato fatto, per evitare altre spese all’imprenditore. 

Ora, spostiamoci nella provincia di Mantova, per osservare più da vicino un altro capannone antisismico. 

Interventi sismici non invasivi per un capannone industriale che è passato dalla classe D alla classe B

Il nostro obiettivo è sempre quello di ottenere un salto di almeno 2 classi di rischio sismico (anche per accedere agli incentivi previsti per la messa in sicurezza dei capannoni industriali – Sismabonus).

E in questo caso è andata proprio così, con l’indice di rischio sismico passato da 0,43 a o,85 per un capannone industriale costruito nel 1996. 

Anche Castel Goffredo, prima del 2003, era considerato un “comune non sismico”, mentre oggi si trova in zona 3 (bassa sismicità). 

L’edificio oggetto dei nostri interventi sismici non invasivi è a pianta rettangolare con dimensioni di circa 95,60 x 74,40 metri (porzione oggetto di intervento) ad un piano fuori terra, con altezza massima 7.95 metri e comprendente una zona a soppalco realizzata nel 2010. 

Un edificio che metteva ben in evidenza alcune criticità: 

  • assenza di collegamenti fra gli elementi strutturali (pilastro-trave, trave-tegolo);
  • pilastri debolmente armati;
  • carenza di elementi di collegamento in fondazione.

Ma durante il nostro sopralluogo per analizzare in modo approfondito il caso specifico, è emersa un’ulteriore criticità: le lavorazioni svolte tutt’oggi all’interno dello stabilimento richiedono che l’ambiente sia costantemente mantenuto privo di polvere, pertanto intervenire dall’interno era tanto complicato.

All’imprenditore era stata proposta l’installazione di torri equipaggiate con dispositivi di dissipazione dell’energia da disporre esternamente ai vertici dell’edificio. Ma questa proposta di intervento è stata subito bocciata dallo stesso imprenditore perché esteticamente molto impattante e non risolutiva ai fini del raggiungimento del livello di sicurezza auspicato.

La nostra proposta di intervento  

L’intervento prospettato per l’edificio in esame ha previsto l’inserimento di dispositivi di collegamento dissipativi da inserire in tutti i collegamenti pilastro-trave e trave-tegolo e dispositivi di ritenuta per i pannelli di tamponamento. 

E siamo riusciti ad operare all’interno dello stabilimento senza produrre polvere grazie alla preparazione dei nostri installatori provvisti di attrezzature progettate in maniera specifica per risolvere il problema. 

Preliminarmente alla progettazione dell’intervento abbiamo fatto un’ulteriore indagine: è stato eseguito un monitoraggio dinamico nella struttura con il supporto dell’Università di Ancora

Durante le prove sono state registrate le accelerazioni a cui la struttura è sottoposta derivate dall’eccitazione della stessa a causa di micro-tremori, vento, traffico. Abbiamo elaborato i dati, opportunamente filtrati e decimati, al fine di ottenere le forme modali associate alle principali frequenze proprie di vibrazione. 

In parole molto semplici, abbiamo fatto una radiografia al capannone industriale per capirne il comportamento in caso di terremoto. 

I risultati del monitoraggio dinamico hanno dimostrato che il soppalco interno, rappresentato negli elaborati progettuali come giuntato della struttura, in realtà non lo fosse, creando non pochi problemi alla stessa.  

Così, preliminarmente all’installazione dei dissipatori nei nodi e dei dispositivi di ritenuta dei pannelli di tamponamento, si è proceduto alla creazione del giunto tra struttura e soppalco. 

La logica è stata questa: tanti piccoli dissipatori sismici per ottenere un grande risultato! 

Il risultato? Dalla classe D alla classe B, da condizioni critiche a un buon livello di sicurezza. 

Progettare interventi antisismici non invasivi per capannoni industriali è più facile con il Sistema Capannone Sicuro®

Con il Sistema Capannone Sicuro® puntiamo al miglioramento sismico dell’immobile di almeno 2 classi di rischio tramite l’utilizzo di speciali dissipatori sismici e software di calcolo di ultima generazione, seguendo un progetto cucito su misura per il caso specifico.

E siamo preparati e organizzati per intervenire risolvendo tutte le criticità da un punto di vista tecnico e organizzativo, per interventi poco invasivi che non bloccheranno l’attività (anche quando risulta particolarmente difficile operare dall’interno). 

Inoltre, possiamo fare anche periodicamente un monitoraggio dinamico post intervento.

Se vuoi avere al tuo fianco un team di tecnici qualificati, esperti nel miglioramento sismico dei capannoni industriali, per un risultato garantito, clicca qui e contattaci per scoprire come possiamo supportarti nel tuo progetto.  

Giovanni Pagliardini,

esperto in consolidamento sismico di capannoni industriali. 

Ideatore e creatore del SISTEMA Capannone Sicuro®

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