fbpx

Il Piano di Emergenza ed Evacuazione per l’emergenza sismica in azienda

Sai qual è il peggior Piano di Emergenza ed Evacuazione in caso di terremoto? Semplice: non avere un Piano di Emergenza ed Evacuazione, che qualcuno chiama anche Piano di Emergenza Aziendale. 

Ma al secondo e al terzo posto del podio dei peggiori piani di emergenza aziendali ci sono quelli troppo complicati e quelli lacunosi. 

Così, ho deciso di scrivere questo articolo per affrontare il problema della gestione di un’emergenza sismica in azienda, prestando attenzione allo strumento che regola e gestisce il flusso di informazioni indispensabili per il superamento di queste problematiche: il PEE

Ma prima, lascia che ti racconti cosa è successo durante un sopralluogo che ho fatto in un’azienda metalmeccanica. 

Un Piano di Emergenza ed Evacuazione “superficiale”

Tutto in ordine!

L’azienda che ci ha contattati aveva tutta la documentazione richiesta dalla legge in ordine. Ma qualcosa non tornava sul PEE.

Ci siamo confrontati con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione che ci ha dato una bella mano a muoverci tra le “scartoffie” aziendali per individuare elementi di incoerenza del proprio nel Piano di Emergenza ed Evacuazione in caso di terremoto. 

Subito ci siamo accorti di un grave errore: la collocazione del punto di raccolta proprio sotto i pannelli di tamponamento del capannone del vicino!

Per farla breve, non sono state sufficientemente prese in considerazione tutte le sorgenti di rischio in caso di terremoto. E questo è un problema che interessa tante aziende. 

Ecco perché voglio concentrarmi sui contenuti del Piano di Emergenza ed Evacuazione (PEE) in caso di terremoto. 

Il primo passo da compiere è quello di cercare di capire di cosa si tratta.

Che cos’è il Piano di Emergenza ed Evacuazione? 

In parole molto semplici, il PEE è un piano d’azione con adeguate procedure operative da mettere in atto in quelle situazioni che possono portare ad un’emergenza.

Nel dettaglio, il Piano di Emergenza ed Evacuazione è un documento da integrare al DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) ed è importante per affrontare efficacemente le conseguenze indotte da eventi eccezionali, fornendo ai lavoratori delle indicazioni affinché sappiano quali misure mettere in atto per ridurre al minimo i rischi in caso di emergenza.

Si tratta quindi di un documento sintetico che, oltre a quanto sopra specificato, include le operazioni che i lavoratori devono mettere in atto per prevenire le situazioni di rischio in emergenza e per abbandonare il luogo di lavoro – o la zona pericolosa – in modo tempestivo e sicuro.

I casi di emergenza possono essere diversi: incendi, esplosioni, fughe di gas, allagamenti, avarie, calamità naturali (terremoti, frane, valanghe) e ogni tipo di evento accidentale e non prevedibile.

È obbligatorio?

Il PEE deve essere presente sul posto di lavoro e, in base a quanto stabilito dal D.Lgs. 81/08 (articolo 43) e dal DM 10 marzo 1998 (articolo 5), esso risulta obbligatorio:

  • per le attività con almeno 10 dipendenti;
  • per le attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco, ai sensi del DPR 151/2011.

Il Piano di Emergenza ed Evacuazione è pertanto un importante strumento di prevenzione ed è determinante anche per la gestione dell’emergenza sismica, perché definisce: 

  1. le azioni che i lavoratori devono mettere in atto in caso di emergenza;
  2. le procedure per l’evacuazione del luogo di lavoro che devono essere attuate dai lavoratori e dalle altre persone presenti; 
  3. le disposizioni per chiedere l’intervento dei Vigili del Fuoco o dell’ambulanza e fornire le necessarie informazioni al loro arrivo; 
  4. le specifiche misure per assistere le persone disabili; 
  5. le persone incaricate di sovrintendere e controllare l’attuazione delle procedure previste.

Il problema è che tra tutte le “circostanze d’emergenza” c’è anche il terremoto che, purtroppo, viene quasi sempre messo nel dimenticatoio perché “tanto non colpirà mai in questa zona!

Ma non è così. 

Ora, prima di passare alle cose da fare per essere pronti in caso di emergenza sismica, diamo un’occhiata ad un PEE fatto proprio per affrontare un’emergenza sismica in azienda.

Esempio di Piano di Emergenza ed Evacuazione: in caso di terremoto le cose cambiano

Come affrontare un’emergenza sismica in un’azienda?

Ci capita spesso di trovare, presso i nostri committenti, Piani di Emergenza ed Evacuazione (modello copia/incolla) in cui la sola emergenza strutturata è quella riguardante il caso dell’incendio (ndr forse a causa del DPR 151/2011). Ma ogni situazione di emergenza costituisce un capitolo a sé stante e tra un incendio e un terremoto le cose cambiano. Eccome se cambiano. 

Infatti, esistono diversi filoni che individuano altrettante situazioni di emergenza in azienda e ognuno di essi è rappresentato da una serie di circostanze differenti una dall’altra (tempistiche, insorgenza di pericoli, modalità di evacuazione, ecc.) e che si innescano in funzione dell’evento che l’ha generato.

In altri termini, un conto è affrontare un’emergenza in azienda generata dallo scoppio di un incendio; altra cosa è mettersi in salvo in caso di terremoto (emergenza sismica).

E quello che abbiamo notato è che tanti piani di emergenza ed evacuazione risolvono perfettamente la crisi in caso di incendio, ma affrontano con troppa superficialità l’emergenza sismica.

Ecco un esempio di PEE per l’emergenza sismica  “copia/incolla

In caso di terremoto, attenersi alle seguenti disposizioni: 

  • mantenere la calma; 
  • non precipitarsi fuori; 
  • restare nell’ambiente in cui ci si trova, evitando di sostare al centro degli ambienti, e disporsi vicino ai muri portanti e sotto le architravi, lontano da oggetti che possano cadere; 
  • allontanarsi dalle finestre, porte con vetri, ecc.; 
  • ove ci si trovi nei corridoi o nel vano scale, rientrare nel proprio ambiente o in quello più vicino; 
  • dopo la scossa, all’ordine di evacuazione, abbandonare l’edificio in modo ordinato con le medesime modalità illustrate per il caso di incendio; 
  • utilizzare le regolari vie di esodo, escludendo gli ascensori; 
  • recarsi al più presto nella zona di raccolta prestabilita; 
  • all’esterno dell’edificio, allontanarsi dallo stesso e da altri edifici vicini, dai cornicioni, alberi, lampioni, linee elettriche e quant’altro cadendo possa causare ferite, portandosi in ampi piazzali lontani da alberi di alto fusto e da linee elettriche aeree e restare in attesa che l’evento cessi; 
  • non avvicinarsi ad animali spaventati. 

Il personale incaricato, prima di abbandonare il fabbricato, chiuderà l’alimentazione del gas, idrica ed elettrica. 

In caso di crollo, attenersi alle seguenti disposizioni: 

  • ove coinvolti, cercare di liberarsi con estrema calma e cautela in quanto ogni movimento potrebbe far cadere altre parti peggiorando la situazione; 
  • dove non sia possibile liberarsi, cercare di ricavarsi una nicchia nella quale respirare e risparmiare fiato e forze per chiamare i soccorritori; 
  • ove non coinvolti nel crollo e nell’impossibilità di portare soccorso agli altri, abbandonare l’edificio con calma evitando movimenti, vibrazioni o ulteriori crolli; 
  • allontanarsi dall’edificio e recarsi nei luoghi di raccolta.”

Cosa c’è che non va in questo Piano di Emergenza ed Evacuazione in caso di terremoto?

Te lo dico subito. 

Piano Emergenza ed Evacuazione per incendi e terremoti
Un PEE per l’emergenza incendio non è detto che vada bene anche per l’emergenza sismica.

Il Piano di Emergenza ed Evacuazione “copia e incolla” non ti aiuta a gestire un’emergenza in azienda causata dal terremoto

Se hai letto attentamente le indicazioni del PEE prima riportato, sicuramente avrai notato che la questione sismica viene liquidata con poco più di una decina di stringate indicazioni che, tra l’altro, rinviano anche alla sezione “incendi”: “abbandonare l’edificio con le medesime modalità illustrate per il caso di incendio”.

Poi, viene indicato di utilizzare le vie di esodo che sono le stesse progettate e realizzate per affrontare l’emergenza da incendio.

Con questo articolo non voglio assolutamente dire che l’incendio è “poco pericoloso” e meno importante del terremoto, ma solo sottolineare che terremoto e incendio non sono la stessa cosa e che l’emergenza sismica è spesso affrontata dagli RSPP con troppa superficialità. 

Torniamo quindi al nostro argomento principale evidenziando altre enormi lacune.

Parliamo del “tempo di reazione”. 

Il tecnico che ha progettato la soluzione per superare l’emergenza da incendio, ha ragionato utilizzando la variabile “tempo” valutandola in decine di minuti. Questo a partire dall’istante in cui l’evento si innesca a quello in cui risulta indispensabile aver evacuato completamente l’edificio.

Per questo motivo, sempre quello stesso tecnico, avrà prestato cura ad ogni dettaglio riguardante le modalità per ordinare l’evacuazione e per rendere sicuramente percorribili, sempre in caso di incendio, le vie di esodo. Avrà poi verificato che tutto il suo dimensionamento fosse effettivamente in linea con l’intervallo temporale di progetto (“decina di minuti”) ipotizzato. 

Ma con il terremoto non hai a disposizione una “decina di minuti” per evacuare l’edificio.

Ti va bene se, per la gestione dell’intera emergenza sismica, riesci a sfruttare almeno un minuto!

Allora capisci bene che, forse, quelle vie di esodo sono troppo lunghe e che, se passano di fianco a delle scaffalature, non sono ad esempio neanche sicure per la caduta di oggetti dagli stessi scaffali.

Così, da tecnico mi pongo queste domande: 

in una situazione in cui ti casca di tutto sulla testa mentre cerchi disperatamente di uscire fuori dall’edificio, come si fa a mantenere la calma?

In una situazione di emergenza sismica per un’azienda insediata all’interno di un edificio in cemento armato prefabbricato, come si fa a consigliare di “disporsi vicino ai muri portanti” o “sotto le architravi” quando ti trovi dentro un capannone che, di “muri portanti” e di “architravi” non ne ha neanche uno sicuro?

Potrei andare avanti per ore e ore, evidenziando altre considerazioni di questo tipo.

Ma mi fermo qui perché credo di aver raggiunto lo scopo di farti comprendere che, probabilmente, anche nel Piano di Emergenza ed Evacuazione della tua azienda sono riportate delle frasi “superficiali” tipo quelle sopra.

Credo anche che tu abbia compreso che, per dare risposte sensate alla domanda “come gestire un’emergenza sismica in azienda?”, è indispensabile risolvere il problema a monte e in fase preventiva.

Crollo Capannone: l'importanza del Piano di Emergenza ed Evacuazione

3 cose davvero importanti da fare per gestire bene un’emergenza sismica in azienda 

Questo tipo di approccio è la nostra soluzione al problema dell’emergenza sismica aziendale, sintetizzato dopo aver affrontato decine di casi:

  1. incaricare un team di esperti (una squadra di tecnici esperti nelle varie discipline interessate da questo tipo di analisi!) per  effettuare la valutazione del rischio sismico aziendale e individuare tutte le sorgenti di rischio sismico, senza mai limitarsi alla sola verifica della struttura portante;
  2. aggiornare il DVR dell’azienda con la perizia fatta dal team di ingegneri specializzati e, allo stesso tempo, correggere il Piano di Emergenza ed Evacuazione (quasi sempre lacunoso!);
  3. se serve, mettere in atto gli “eventuali” progetti e/o lavori per scongiurare rischi e pericoli (solo una valutazione del rischio sismico può dirti se il tuo è un capannone antisismico o devi intraprendere azioni di adeguamento sismico della struttura con dispositivi di ultima generazione). 

Crea subito il tuo piano strategico di difesa contro il terremoto

Quello che a prima vista può sembrare l’ennesimo adempimento burocratico da mettere in campo per farti spendere inutilmente dei soldi, in realtà è un’azione strutturata secondo la metodologia imprenditoriale ed indispensabile all’azienda .

È un piano strategico di difesa dal terremoto che, con un investimento minimo, mette l’imprenditore in grado di conoscere se deve o meno fare qualcosa per proteggersi, dandogli coscienza di quali siano eventualmente gli elementi su cui concentrarsi e come mettersi veramente al riparo.

Se ci pensi bene è una sequenza strategica che abbiamo ideato proprio per metterti in condizione di affrontare la “battaglia” contro il terremoto, per portarti direttamente al nocciolo del problema e per risolverlo alla base in tutte le sue manifestazioni.

Tutto ciò da subito e senza neanche tanti preamboli o giri di parole, proprio come un imprenditore è abituato a fare quotidianamente.

Allora, caro amico imprenditore e cara amica imprenditrice, se sono riuscito a trasmetterti il senso dell’urgenza della valutazione del rischio sismico necessaria alla tua azienda (e quello dei vari risvolti specialistici che essa abbraccia), clicca qui per ricevere una perizia che sia corretta, esaustiva e risolutiva per la tua attività.

Oppure compila il form che trovi cliccando qui

Giovanni Pagliardini,

esperto in consolidamento sismico di capannoni industriali. 

Ideatore e creatore del SISTEMA Capannone Sicuro®

Lascia un commento