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Rinforzi strutturali antisismici: tecniche di rinforzo a confronto

Parliamo di rinforzi strutturali per capannoni. 

E lo facciamo mettendo a confronto 2 tecniche di rinforzo per raggiungere l’obiettivo minimo sforzo, massima resa!

Tempo fa, ho incontrato il titolare di un’azienda del settore tessile ed il responsabile del patrimonio immobiliare di una catena italiana di supermercati per affrontare il Rischio Sismico nelle loro rispettive aziende attraverso il SISTEMA Capannone Sicuro®.

Abbiamo fatto insieme il punto sui risultati delle valutazioni preliminari dei rischi dei nostri screening (per prenotare subito uno screening con noi ti basta cliccare qui) per completare le perizie di valutazione dei rischi e aggiornare il DVR aziendale.

Confrontandomi con loro, però, ho capito che per lo step successivo del miglioramento sismico, non avevano le idee proprio chiare. 

E se sei qui a leggere, forse anche tu hai qualche dubbio da spazzare via circa gli interventi da fare o non fare sul tuo capannone per renderlo antisismico. 

Quindi, continua pure a leggere e scopri come ho aiutato i due imprenditori e da dove tu puoi iniziare, quali rinforzi strutturali devi scegliere per proteggere il tuo capannone e come ottenere la garanzia del risultato. 

Rinforzi strutturali: le tecniche maggiormente utilizzate (e solo una funziona davvero!)

Vuoi per la materia non proprio semplicissima, vuoi perché altri “improvvisatori dell’ultima ora” (siamo in Italia!) avevano raccontato un po’ di baggianate, e vuoi perché io stesso non avevo forse spiegato bene la questione, nonostante ne avessimo parlato, i miei clienti ancora avevano dei dubbi sui vantaggi della duttilità-dissipazione rispetto alla rigidezza.

Per fartela breve, ti dico cos’è accaduto.

Lo screening di valutazione preliminare ha individuato, per alcuni dei loro immobili, delle vulnerabilità per le quali è necessario intervenire secondo la miglior soluzione disponibile.

Le tecniche d’intervento a disposizione sono diverse anche se, va detto, che 2 sono quelle maggiormente seguite:

  • Piastre di irrigidimento dei nodi (soluzione artigianale);
  • Dissipatori di energia sismica o connettori duttili (la nostra soluzione).

Si è sviluppato con entrambi un confronto “a tutto campo” dopo il quale hanno dovuto ammettere che i vantaggi del nostro sistema sono, oggettivamente, neanche confrontabili con l’altro. Perché?

Te lo dico subito. 

Piastre irrigidenti VS connettori duttili (dissipatori): tutto quello che devi sapere per fare la scelta giusta

Rinforzi strutturali antisismici : piastre
Piastre
Rinforzi strutturali antisismici: connettori duttili
Connettori duttili

Per rispondere ai miei clienti ho dovuto fare una piccola premessa che riguardava, sostanzialmente, gli obiettivi da raggiungere in un’azione di miglioramento sismico.

E ho dovuto farlo perché se non ci si allinea sugli obiettivi da raggiungere, non si riuscirà mai a capire dove si vuol arrivare.

In ogni sana azione di miglioramento sismico i principali obiettivi (di natura scientifica) sono i seguenti:

  • limitare gli spostamenti in sommità per evitare la perdita di appoggio;
  • creare nuovi vincoli efficaci;
  • impedire la rotazione fuori piano di travi alte e capriate di copertura;
  • inserire sistemi di ritenuta antiribaltamento per i pannelli di facciata;
  • mantenere lo schema statico e la rigidezza del sistema originale per evitare l’aumento di sollecitazioni e il rischio di collasso della struttura. 

Invece, sul piano prettamente operativo gli obiettivi saranno altri. Ogni imprenditore avrà delle richieste e delle necessità specifiche che, per l’esperienza sin qui acquisita, rientreranno sicuramente tra le seguenti:

  • avere un unico interlocutore col quale confrontarsi e che segua il percorso dalla valutazione del rischio sino al collaudo dei rinforzi strutturali;
  • eseguire l’intervento senza dover traslocare dal capannone o dall’attività commerciale;
  • evitare i fermi di produzione e/o di stop dell’attività;
  • iniziare e completare l’intervento in tempi rapidissimi;
  • evitare di intervenire sulle fondazioni e sui pilastri;
  • contenere al minimo la produzione di polveri, fumi e materiali di risulta (specie per i settori alimentare e farmaceutico);
  • evitare l’utilizzo di ancoranti chimici nocivi;
  • ridurre al minimo rumori durante le lavorazioni;
  • programmare l’intervento per settori senza occupare tutti gli spazi;
  • evitare le interferenze con l’attività lavorativa che si sta svolgendo nell’edificio;
  • scongiurare situazioni di pericolo per il personale che lavora nell’edificio;
  • non interferire con impianti, finiture, serramenti, manti impermeabilizzanti
  • non causare danni ai manufatti prefabbricati nella fase di posa in opera, né nel funzionamento sotto sisma;
  • avere certezza sulla risposta sismica dei dispositivi installati.

Una lista abbastanza lunga che sono sicuro condividi in ogni suo punto. 

E analizzando bene la lista, sono tanti i vincoli che rendono l’intervento particolarmente difficile. 

Tra l’altro il tutto si riproduce esponenzialmente visto che gli ambiti di applicazione sono diversi e spaziano dal nodo principale TRAVE-PILASTRO al TRAVE-TEGOLO o TRAVE-COPERTURA PIANA, per passare ai pannelli di tamponamento esterni e alle tramezzature interne.

Ma come abbiamo detto all’inizio, “minimo sforzo, massima resa!”

Ecco come possiamo riuscirci. 

La regola delle regole: ecco cosa non devono fare i rinforzi strutturali per proteggere il capannone in caso di terremoto

Ogni necessità tra quelle sopra riportate ha ovviamente la sua importanza ed un suo perché,  ma dal punto di vista ingegneristico la regola fondamentale da rispettare a tutti i costi è quella che riguarda proprio la necessità di NON modificare lo schema statico e la rigidezza della struttura originaria.

Bisogna evitare di mettere in atto queste modifiche come la peste perché la ridistribuzione di sollecitazioni su elementi di prefabbricato non progettati per questi sforzi può veramente diventare pericolosa.

Solo con queste 4 righe e questa regola semplice ma tanto importante, si può capire che le piastre rigide proprio non possono garantire il massimo risultato in termini di sicurezza. 

Ma rendiamo le cose ancora più semplici. 

Supponiamo che un capannone industriale sia soggetto a un terremoto. Con i dissipatori sismici installati, l’energia sismica viene gradualmente assorbita e dispersa attraverso la deformazione del materiale del dissipatore. Ciò significa che le strutture circostanti subiranno sollecitazioni minori e meno danni rispetto a quelle che sono state rinforzate con piastre in acciaio. In quest’ultimo caso, infatti, l’energia sismica viene trasmessa direttamente alle strutture circostanti, aumentando la probabilità di danni.

Quindi, i dissipatori sismici sono considerati migliori rispetto alle piastre in acciaio perché offrono una maggiore flessibilità nella dissipazione dell’energia sismica e proteggono le strutture circostanti da danni maggiori. 

I dissipatori non modificano la rigidezza e lo schema statico della struttura originaria.

E poi… 

I dissipatori sono rinforzi strutturali antisismici facili da installare

Ancora una volta, minimo sforzo e massima resa!

Per evitare traslochi, fermi di produzione, polveri-fumi e rumori, pericoli ed interferenze coi tuoi lavoratori o danni agli impianti, devi per forza scegliere un metodo veramente semplice da mettere in opera.

Per questo, osserva attentamente le due foto sopra riportate e rispondi alla mia domanda:

chi ti propone le “solite” piastre in acciaio, ha veramente in mano un dispositivo semplice da installare?

Considera il peso in termini di quintali di acciaio da installare a 5 metri di altezza o più, guarda quanti fori, barre filettate, piastre, contropiastre e alette di irrigidimento ci sono.

A me non sembra tanto semplice e…

… ad essere sincero, mi sembra un intervento anche tanto invasivo!

Invece, con il nostro sistema, nel nodo principale TRAVE-PILASTRO, installare i 2 dissipatori significa realizzare solo 4 fori per inserirci 4 tasselli M20 ed avvitare 4+4 dadi di fissaggio. STOP!

Sembra banale, ma questo comporta che:

  • facciamo i fori lontano dai punti delicatissimi del contatto tra la trave ed il pilastro;
  • riduciamo veramente al minimo le polveri, i fumi, i rumori molesti e le sostanze chimiche nocive;
  • non dobbiamo quasi mai usare la smerigliatrice per adattare i dispositivi alla struttura o per evitare gli impianti;
  • abbiamo una gamma di dispositivi, prodotti industrialmente, che realmente ci consentono di evitare scompiglio alla tua attività, evitando interferenze o situazioni di pericolo per i tuoi dipendenti ed intervenendo per settori di edificio;
  • eseguiamo un intervento davvero poco invasivo.

E poi, non stiamo parlando di un “pezzo di ferro qualsiasi”. 

L’affidabilità dei rinforzi strutturali che installiamo con il nostro Sistema “a misura delle tue esigenze e del tuo capannone”

Quando parlo di affidabilità dei nostri dispositivi antisismici mi riferisco al prodotto e al nostro metodo. 

Quindi, intendo un Sistema collaudato, certificato e che utilizza dispositivi scientificamente all’altezza di essere chiamati con questo nome.

In una sezione del nostro sito web ho mostrato la base ingegneristica dei nostri dispositivi, oltre a tutte le certificazioni ed i collaudi effettuati dall’Università di Bergamo. Ho pubblicato addirittura i risultati di queste prove ed i diagrammi di isteresi di ciascun dispositivo. Trovi tutto qui. 

L’ho fatto con piacere, perché il mio compito è quello di mostrarti la miglior soluzione al tuo problema di miglioramento sismico dell’edificio.

Non esiste ancora nel mercato italiano un sistema confrontabile veramente con il nostro.

Forse, qualche improvvisatore dell’ultima ora potrai anche trovarlo, ma certamente non riuscirai mai a trovare un artigiano che sia in grado di darti dei certificati attendibili da prove di laboratorio e, quindi, di garantirti la risposta sismica delle piastre che vorrebbe installarti.

In altri termini, dovrai prendere per buono quello che il fabbro vicino a casa tua ti sta raccontando.

Non credo proprio tu sia una persona alla quale raccontare delle storielle.

Se vuoi davvero mettere al sicuro la tua azienda con rinforzi strutturali che “scientificamente funzionano”, mettiti subito in contatto con il team Capannone Sicuro: 

CLICCA QUI oppure chiama subito il Numero Verde:

Rinforzi strutturali antisismici: il Sistema Capannone Sicuro

Giovanni Pagliardini,

esperto in consolidamento sismico di capannoni industriali. 

Ideatore e creatore del SISTEMA Capannone Sicuro®

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